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La circolazione di assegni e cambiali costituisce tuttora nella moderna economia di scambio un fenomeno rilevante e particolarmente diffuso. Anche la vecchia cambiale, considerata ormai uno strumento del passato, a causa della grave crisi economica in corso, è tornata al centro delle transazioni di molte famiglie e piccole imprese che si trovano in difficoltà per ritardi nei pagamenti e che risentono della stretta creditizia delle banche.
Cambiale e assegno sono titoli di credito con i quali un soggetto si riconosce debitore nei confronti di un altro e si impegna al pagamento di una determinata somma di denaro.
Giuridicamente sono considerati titoli esecutivi, per cui chi vanta il credito ha in mano uno strumento al quale la legge stessa attribuisce particolare forza e immediatezza; ciò significa che se il credito non viene pagato alla scadenza stabilita, è possibile procedere direttamente all’esecuzione forzata agendo direttamente sul patrimonio del debitore.
In caso di inadempienza da parte del debitore, che ha pagato una cambiale in ritardo o ha emesso un assegno senza la necessaria copertura scatta immediatamente il protesto.
Il protesto è l’atto pubblico volto ad accertare il mancato pagamento del titolo di credito; più precisamente esso è un atto solenne con cui il pubblico ufficiale autorizzato constata la mancata accettazione o il mancato adempimento della cambiale, dell’assegno bancario e postale.
Inevitabile e successiva conseguenza del protesto è la pubblicazione del nominativo nel Registro informatico Protesti conservato presso la competente Camera di Commercio; si viene inseriti in una sorta di “lista nera” con conseguenti disagi e difficoltà nell’ottenere finanziamenti, impossibilità a emettere assegni per un determinato periodo di tempo e difficoltà ad aprire semplicemente un conto corrente.